Sicurezza, complessità operativa e contenimento dei costi. Attengono a queste tematiche le principali difficoltà riscontrate nelle operazioni ibride e multi-cloud, che progressivamente si stanno affermando come il modello operativo de facto per la maggior parte delle organizzazioni IT. Stando ai risultati del 2022 Global Hybrid Cloud Trends Report che Cisco ha commissionato a 451 Research, l’82% di 2.500 decisori IT e professionisti cloud, DevOps e networking di tutto il mondo ha adottato una strategia di cloud ibrido con almeno un servizio di cloud pubblico per eseguire le applicazioni interne e rivolte ai clienti. Di questi, quasi la metà ha una strategia multi-cloud che prevede l’utilizzo di due o più servizi di cloud pubblico. Ma ci sono ancora delle sfide che si ripercuotono sul raggiungimento di risultati aziendali chiave come il miglioramento della distribuzione delle applicazioni, la semplificazione delle operazioni e l’accelerazione dell’innovazione.
Le sfide del Cloud ibrido
Al primo posto c’è la sicurezza. Da un lato, la protezione all’accesso e all’interno degli ambienti cloud pubblici è una disciplina relativamente nuova per le organizzazioni IT, che hanno trascorso decenni a proteggere applicazioni, dati e utenti utilizzando approcci “firewall” basati sul concetto di perimetro. Dall’altro, i rischi per la sicurezza aumentano con il passaggio di applicazioni e dati da un ambiente all’altro. Infatti, il 58% degli intervistati ha dichiarato di spostare settimanalmente carichi di lavoro e dati tra ambienti on-premise e cloud pubblico.
Al secondo posto, la complessità operativa: la natura stessa del cloud ibrido richiede alle organizzazioni IT di gestire domini diversi di cloud pubblico e on-premise, considerando infrastrutture di computing, di rete e di storage. Ogni risorsa di cloud pubblico e on-premise ha i propri strumenti indipendenti di visibilità, monitoraggio e governance. Inoltre, mentre i team IT tradizionali sono tipicamente centralizzati, ogni linea di business può avere il proprio team di sviluppo app, operazioni cloud e DevOps, rendendo più difficile la collaborazione tra questi. Di conseguenza, il 55% degli intervistati ha dichiarato di aver creato un team interfunzionale con rappresentanti tecnici e di business. Inoltre, il 50% ha centralizzato le funzioni di CloudOps e NetOps per garantire l’efficienza operativa e il raggiungimento di obiettivi aziendali, come l’ottenimento di agevolazioni sui prezzi da parte dei fornitori di cloud pubblico.
Lo studio ha anche rilevato che sebbene le aziende si aspettino di ottenere vantaggi come una maggiore agilità e un’innovazione più rapida, il 66% ha dichiarato che la riduzione dei costi non è un beneficio che si aspetta. Un fattore che contribuisce all’aumento dei costi è la grande varietà di luoghi fisici o virtuali e tipologie di infrastrutture in cui le applicazioni possono essere eseguite. Ciò si basa, in parte, sul fatto che molte applicazioni, come quelle ad alta intensità di dati o AI/ML, richiedono hardware specializzato per ottenere le prestazioni e la scalabilità richieste. Infatti, il 79% degli intervistati afferma che più del 51% dei loro carichi di lavoro e dei loro dati viene eseguito su hardware diverso nei vari ambienti, e questo può aumentare la complessità e i costi.
Il cloud come modello operativo
Uno dei dati più importanti tra quelli rilevati è che queste tre sfide non devono essere considerate come problemi distinti, ma come altamente interconnessi. Per questo motivo, la soluzione più adatta richiederà la definizione di una strategia infrastrutturale a livello aziendale basata sull’evoluzione verso un modello operativo cloud che acceleri l’adozione del multi-cloud e di una pianificazione in ottica cloud-native.
Un modello operativo cloud di successo può offrire vantaggi importanti, come la possibilità per l’IT di fornire un accesso self-service all’infrastruttura, la possibilità di sfruttare un kit di strumenti cloud-native con innovazioni prontamente disponibili nei cloud pubblici e la riduzione dei costi operativi, pagando le risorse e i servizi solo in base al loro consumo.
I clienti di Cisco che hanno adottato un modello operativo cloud stanno continuando a innovare e stanno potenziando i loro processi operativi IT con casi d’uso specifici per il cloud ibrido. Eccone alcuni: business continuity e backup a costi operativi inferiori utilizzando i cloud pubblici per il disaster recovery e l’archiviazione dei dati offsite; sfruttare i servizi cloud-native, tra cui la gestione tramite API di hardware, software, container, microservizi per massimizzare l’agilità e la flessibilità; accesso predicibile e conveniente a risorse e capacità attraverso un modello di consumo flessibile, sia che si tratti di un servizio on-premise che di un cloud pubblico.