Innovare la workforce: è questo il proposito da cui parte la sfida del manifatturiero 4.0, reduce dalle difficoltà create dalla pandemia da COVID-19. Offrire alla forza lavoro soluzioni e visioni in grado di ampliare e ottimizzare le sue potenzialità è ormai un bisogno diffuso, sempre più pressante davanti a una nuova normalità alla quale non siamo ancora abituati. Ma non si tratta di un sogno nel cassetto: gli strumenti per realizzarlo sono già sul piatto dei CIO.
In un contesto ormai fondato sulle nuove esigenze di distanziamento e smart working strutturale, ridisegnare è d’obbligo. Ridisegnare tutto, dalle attività ai processi, sino ai flussi di lavoro. È qualcosa che vale non solo nei comparti da sempre più aperti all’innovazione, come il mondo dei servizi o l’intero IT department, ma anche e soprattutto là dove la tradizione e il tempo passato rappresentano una leva competitiva cruciale. Comparti che fondano la loro identità su un’esperienza decennale, e in qualche caso persino secolare, e che oggi hanno una sola carta vincente da giocare per proiettare il business al domani: tenersi al passo con i tempi. In altre parole, remotizzare.
La workforce innovation nel manifatturiero
L’industria manifatturiera ha ben colto la sfida, spronata dai rischi che la pandemia lascia ancora intravedere. Una recente indagine condotta da Cisco rivela che il 42% delle industrie sta già ridisegnando i propri modelli di lavoro allo scopo di strutturarli su una workforce ibrida. “Gli specialisti di soluzioni remote e la collaboration, che una volta erano dei semplici “nice-to-have”, sono diventati fattori mission-critical – chiarisce l’azienda -. Gli stabilimenti di produzione di tutte le aree e di tutte le dimensioni necessitano ormai di soluzioni remote in grado di potenziare l’interazione tra clienti e lavoratori, fornire un accesso flessibile e consentire il tutto con una sicurezza end-to-end”.
I tre pillar di una soluzione vincente
La domanda allora è: che cosa serve a un’industria per innovare la propria workforce e ottimizzare le esperienze end-to-end ?
Il primo comandamento di Cisco è già in parte – per almeno un terzo delle realtà – una certezza appurata: puntare sulla sicurezza.
I dati dicono che il 29% delle aziende manifatturiere sta già riprogettando i propri sistemi di sicurezza per supportare al meglio l’accesso remoto. “Con i team, le macchine e i sistemi di controllo dell’automazione industriale (IACS) che sfruttano tutti la stessa infrastruttura, l’azienda necessita di una sicurezza agile, integrata e che offra una visibilità più approfondita delle operazioni”, fa notare Cisco. Che suggerisce anche la ricetta tecnologica per raggiungere l’obiettivo: utilizzare un approccio alla sicurezza zero-trust, proteggendo allo stesso tempo workforce, workplace e workload.
Ma la sicurezza da sola non basta. Innovare la forza lavoro significa anche saper virtualizzare. E farlo bene.
Davanti a un 54% delle industrie che approva il lavoro a distanza, attribuendone un miglioramento della salute e della sicurezza dei dipendenti, il ricorso alle giuste soluzioni IT è ormai d’obbligo.
“Rendere le riunioni virtuali migliori delle riunioni in presenza”, è la linea guida di Cisco in questo senso. Un consiglio che racchiude una vision proiettata al valore immateriale, ma potenzialmente molto proficuo, del benessere umano: promuovere un coinvolgimento più profondo, migliorare la produttività con nuove esperienze video e trasformare le sale riunioni in spazi virtuali, con lavagne, strumenti di messaggistica e possibilità di collaboration sicura.
“Fare il salto per abilitare una forza lavoro remota è difficile”, fa notare Cisco -. Ma questo non significa che anche il risvolto tecnologico di questa svolta debba essere altrettanto complesso. “Formare i dipendenti deve essere semplice”, chiarisce l’azienda. E dunque, ecco il terzo pillar dell’innovazione della workforce: semplificare, grazie a soluzioni IT semplici da gestire che integrino riunioni, chiamate e sicurezza basate su cloud.
Secure Remote Work: la proposta di Cisco
La proposta concreta che raccoglie tutti questi spunti e li mette sul piatto del CIO prende il nome di Cisco Secure Remote Work, suite che unisce in un solo pacchetto funzionalità di videoconferenza, messaggistica, condivisione di file e lavagna virtuale basate su cloud di livello enterprise, oltre a strumenti di sicurezza per proteggere utenti, dispositivi, dati, e-mail e ogni tassello documentale dell’organizzazione.
La soluzione include una serie di funzionalità-chiave finalizzate a supportare lo svolgimento “sempre e ovunque” delle operazioni: si integra quindi alla piattaforma di collaboration Webex, che rende operative anche le attività di ufficio e amministrazione IT remota. Grazie, poi, al ricorso ad esperti in remoto, il pacchetto consente di aumentare la produttività dei lavoratori, ridurre i tempi di risposta e ottimizzare i costi, evitando la presenza di figure ridondanti in più sedi. Inoltre la flessibilità offerta dal lavoro a distanza aiuta anche ad attrarre nuovi talenti, ridurre l’assenteismo e aumentare i tassi di fidelizzazione dei dipendenti.