Attiva da 35 anni nel settore del trasporto merci e della logistica, con servizi a 360 gradi che coprono le aree transport, marine terminal, warehouse, packaging, special cargo, shipping, ferries & cruises e trading, Intergroup è una delle prime aziende ad aver adottato VIC (Vodafone Industrial Connect), la soluzione IoT chiavi in mano nata dalla collaborazione Tra Vodafone Business, Cisco e Alleantia.
“In Intergroup abbiamo iniziato un percorso di transizione digitale già cinque anni fa – spiega Pietro Di Sarno, CEO della società -. Abbiamo destinato a questo processo una quota di investimenti del nostro budget IT significativa, perché siamo convinti che in futuro saremo sempre di più non solo una realtà asset-based come siamo adesso, ma diventeremo anche un’azienda software-based”.
Una trasformazione che risponde ai cambiamenti del mercato
È un cambiamento che segue le mutazioni stesse del mercato quello descritto da Enzo Bocchiola, IT Manager del Gruppo. Ai propri asset tradizionali, dunque gru, magazzini, impianti, persone, si è aggiunta la leva della digitalizzazione, necessaria per rispondere ad esigenze molto precise. “Se è vero che i colossi della logistica consumer hanno abituato i clienti a ricevere informazioni precise su dove si trova la loro merce, lo stesso bisogno e la stessa esigenza vengono oggi espressi anche dai nostri clienti industriali. Ed è per questo che abbiamo iniziato per tempo una rivoluzione al nostro interno, con l’obiettivo di tenere tutto sotto controllo ed efficientare tutto”.
La trasformazione digitale di Intergroup, spiega Enzo Bocchiola, è partita dall’organizzazione interna, per poi estendersi ai suoi clienti. “Abbiamo investito molto sulla parte informatica e tecnologica fornendo soluzioni e servizi in un ambito fino a quel momento un po’ destrutturato qual è quello dei magazzini e della logistica”.
Non va dimenticato, ed è questa una caratteristica della società, che Intergroup fa anche produzione: “Abbiamo linee di confezionamento. Siamo operatori in una filiera di logistica integrata: oltre al magazzinaggio e trasporto e offriamo lo stoccaggio e il servizio di confezionamento delle merci per i nostri clienti”.
Il servizio è attivo nei plant di Formia, Gaeta e Oristano ed è in quest’ultimo sito che si è sviluppato il progetto pilota con VIC.
Nuovo focus sui dati, puntuali, precisi e strutturati
“Da subito ci siamo trovati a fare i conti con il grande tema della gestione e della valorizzazione dei dati di produzione. Osservando ciò che accadeva sulle linee di confezionamento, ci siamo resi conto che tutto ciò che concerneva la produzione veniva gestito in modo destrutturato, non centralizzato, non validato”.
Bocchiola parla di una gestione “asincrona” del dato, “una gestione soggetta alla volontarietà dell’operatore che a fine giornata inviava record di produzione che non erano frutto di un dato oggettivo e riscontrabile dalla macchina, bensì frutto di una percezione, per quanto piuttosto precisa”.
Ed è qui che prende il via un percorso di scouting di mercato con l’obiettivo di trovare una soluzione integrabile i sistemi già in campo.
L’implementazione di VIC a Oristano
In questa ricerca, un ruolo chiave spetta alla partnership stretta da Intergroup con Vodafone per tutto ciò che concerne la connettività, estesa anche ai servizi IoT.
“È grazie a questa collaborazione che siamo venuti in contatto con VIC, che all’inizio – riconosce Bocchiola – mi ha trovato un po’ scettico, perché la vera difficoltà del mondo IoT, soprattutto nell’ambito Industriale, è far dialogare le macchine in uno scenario nel quale ci sono componenti sviluppati su logiche completamente diverse da quelle IT. Per questo, inizialmente, quando mi è stata presentata questa sorta di scatola magica plug’n’play l’ho accolta con scetticismo, se pure con interesse”.
Vodafone Industrial Connect è dunque entrato come progetto pilota sul plant di Oristano.
“Una scelta importante, dal momento che Oristano è il plant fisicamente più lontano da noi. È quello dove per altro c’è bisogno di maggior controllo, perché fuori dal perimetro degli interventi immediati che possono essere fatti su Gaeta o Formia”.
Intergroup ha dunque deciso di adottare VIC in un’ottica di investimento rispetto al plant di Oristano.
“Trattandosi di un progetto pilota, il nostro primo obiettivo è raccogliere la telemetria bordo macchina, per misurare tutti quei KPI di base utili per la valutazione dell’OEE dell’impianto. Questo ci aiuta nelle valutazioni sulla produttività dell’impianto e ci porta a ottenere indicatori rispetto ai cicli di funzionamento, ai tempi di fermo, ai turnisti. Ci interessa anche abbinare un’analisi uomo-macchina sull’ efficienza dell’impianto di produzione”.
L’implementazione è avvenuta da qualche settimana: il modello per Intergroup è ancora in fase di definizione e maturazione, per arrivare ai KPI desiderati.
“È stato necessario anche definire quali dati fossero effettivamente funzionali agli obiettivi che ci siamo posti: per questo non possiamo ancora parlare di risultati misurabili, ma la nostra idea è quella di estendere poi questo progetto anche agli altri due Plant”, spiega Bocchiola.
Le prossime tappe: verso la manutenzione predittiva
L’idea evolutiva, va detto, c’è già.
Perché l’intenzione di Intergroup è agganciare questo modello di raccolta dati di produzione all’ERP, proprio con l’obiettivo di avere una vista unica di tutto ciò che accade, eliminando quella asincronia che finora aveva caratterizzato la produzione e il resto dell’organizzazione.
Rispetto allo scetticismo iniziale, Bocchiola riconosce come il dialogo tra le macchine, abilitato dalla soluzione di Alleantia, sia avvenuto senza problemi, così come è stato importante sapere che la componente di sicurezza di VIC è garantita da Cisco.
“Tutti i nostri progetti IT – interviene Pietro di Sarno – vengono valutati in base ad obiettivi di efficientamento dei flussi e dei processi, oppure in termini di visibilità presso i clienti e il mercato, oppure in termini di sicurezza. Senza la componente di sicurezza un nuovo progetto come questo non sarebbe stato nemmeno preso in considerazione, visto che proprio la sicurezza sta scalando le priorità aziendali”.
“Uno dei punti di forza di questa soluzione – prosegue Bocchiola – è che l’ambiente Cloud in cui vengono rilasciati i dati è un ambiente Office 365 su Azure. Avendo l’azienda sposato da un paio di anni, c’è un elemento di integrabilità con l’intera infrastruttura aziendale, così come c’è un tema di interfaccia e di usabilità che rende il tutto facilmente utilizzabile anche dai meno esperti e dalle figure meno tecniche”.
Quanto alle aspettative future, Bocchiola non nasconde che il tema della manutenzione predittiva sia di fatto uno degli obiettivi legati all’adozione di VIC.
“È uno degli aspetti sui quali puntiamo maggiormente. Facendo portualità, abbiamo asset complessi, come le gru nei porti di Gaeta, Oristano e Civitavecchia. Sono macchinari onerosi anche dal punto di vista della manutenzione e contiamo che proprio il lavoro sui dati ci possa aiutare a portare importanti ottimizzazioni in questa attività”.
C’è fiducia, lo ribadisce ancora Pietro Di Sarno, sul fatto che le linee di sviluppo di questo progetto possano essere molteplici, estendendosi anche oltre la manutenzione predittiva. “Pensiamo a un lavoro sui dati che possa consentire, ad esempio, la riduzione dei costi sui premi assicurativi, grazie alle informazioni che potremmo fornire alle assicurazioni sullo stoccaggio, a servizi di tracking e monitoraggio, alla condivisione dei dati con i nostri clienti, fino ad arrivare a nuove frontiere come la guida autonoma all’interno dei porti. Con questo progetto, e più in generale con il percorso di trasformazione digitale che abbiamo avviato, stiamo aprendoci a prospettive molto ampie, che oggi non siamo forse nemmeno in grado di immaginare”.
L’immagine è tratta dal sito di Intergroup