La presentazione ufficiale avverrà in occasione del Fog World Congress, che si svolgerà dall’1 al 3 ottobre prossimo a San Francisco. Intanto, però, la notizia è che nei giorni scorsi la OpenFog Reference Architecture, sviluppata dall’OpenFog Consortium è stata adottata come standard ufficiale dalla IEEE Standards Association sotto il nome di IEEE 1934.
Di fatto, si tratta del framework tecnico di riferimento, che supporta i requisiti data intensive delle applicazioni IoT, 5G e di Intelligenza Artificiale.
Cosa è il consorzio OpenFog
OpenFog è un consorzio che ha preso vita due anni fa e al quale partecipano realtà come Cisco, Arm, Intel, Dell, Microsoft, oltre alla Università di Princeton.
Ha come obiettivo lo sviluppo del Fog Computing come architettura orizzontale, in grazdo di distribuire le risorse e i servizi di comptuing, storage, controllo e networking in modalità continua nel cosiddetto “cloud delle cose” (Cloud of Things).
Supporta numerose applicazioni verticali a beneficio di diverse industry: nel paper di riferimento, consultabile a questo indirizzo, si presentano scenari nell’ambito dei trasporti, dalle smart car ai sistemi di controllo del traffico, nell’ambito della sicurezza e della sorveglianza, nell’ambito delle smart city, degli smart building.
Con il fog computing, di fatto servizi e applicazioni sono distribuiti vicini alle fonti di generazione dei dati e si estendono dagli aggetti, attraverso gli edge di rete, verso il cloud con molteplici livelli di protocollo.
Quali caratteristiche del Fog Computing
Nella definizione dello standard, il consorzio ha posto l’accento su alcune caratteristiche chiave che un sistema deve avere per potersi definire compliant con lo standard OpenFog: sicurezza, scalabilità, apertura, autonomia, RAS (reliability, availability, serviceability), agilità, gerarchia e programmabilità.
L’architettura di riferimento così definita, ora divenuta standard, di fatto risponde all’esigenza di una soluzione di data connectivity end-to-end lungo tutto l’asse “things-to-cloud”.
La differenza tra Fog Computing ed Edge Computing (secondo Cisco)
La definizione dello standard, ci porta a sottolineare, ancora una volta, la differenza tra edge e fog computing, spesso usati come sinonimi nell’ambito dell’Internet of Things e dell’Impresa 4.0.
Riprendiamo la distinzione fatta da Cisco sul proprio sito.
Con Edge Computing, spesso semplicemente “edge”, si fa riferimento specifico al fatto di portare il processing il più vicino possibile alle fonti dati, senza necessità di trasferirli in cloud o verso altri sistemi remoti per le attività di processing.
Eliminando le distanze e il tempo necessario per il trasferimento dei dati alle fonti centralizzate, si migliorano velocità e performance.
Con Fog Computing, definizione coniata nel 2014 dalla stessa Cisco, si indica lo standard che definisce il funzionamento dell’edge computing, facilitando dunque l’operatività dei servizi di compute, storage e networking tra i dispositivi e gli oggetti e il cloud.